La stenosi uretrale è l’ostruzione o il restringimento dell’uretra, che è il canale che trasporta l’urina dalla vescica all’esterno.
Non si tratta di una patologia frequente, può colpire tutte le età e le cause possono essere varie e purtroppo la diagnosi non è così facile e scontata.
La terapia che viene adottata, è complessa e caratterizzata da un’alta percentuale di insuccessi, soprattutto se eseguita da medici non specializzati.
Quali sono i sintomi della stenosi uretrale?
La stenosi dell’uretra comporta molteplici sintomi come:
- Sensazione di ostacolo al passaggio delle urine durante la minzione
- Sensazione di incompleto svuotamento della vescica
- Bruciore durante la minzione
- Presenza di sangue nelle urine
- Fuoriuscita di sangue dal meato uretrale
- Infezioni urinarie
- Epididimiti e orchiti
Nei casi più gravi la stenosi dell’uretra comporta:
- Ritenzione improvvisa di urina
- Calcoli in vescica o nell’uretra
- Reflusso vescica-uretere-rene
- Insufficienza renale
Se riconosci anche solo alcuni di questi sintomi, fissa un appuntamento con uno specialista per una visita preliminare e per tutti gli esami diagnostici del caso.
Ostruzione uretrale: esami diagnostici
I principali esami diagnostici per svelare la stenosi dell’uretra sono:
- Uroflussometria: il paziente urina in un contenitore collegato a un computer, dove vengono registrati i valori del flusso urinario
- Uretrografia: è un esame radiologico con mezzo di contrasto che visualizza l’uretra e la vescica
- Uretroscopia: esame invasivo che serve a studiare le condizioni interne delle pareti, così da avere informazioni utili ai fini della scelta dell’intervento chirurgico
- Ecografia dell’uretra: fornisce informazioni aggiuntive sull’esatta lunghezza dei tessuti uretrali malati
- Urinocoltura: in grado di verificare la presenza di infezioni e ristagno di urina nell’uretra
Intervento stenosi uretrale: quale approccio scegliere?
Ovviamente, nel caso venga diagnosticata la stenosi, si dovrà effettuare un intervento chirurgico risolutivo e la scelta su quale approccio adottare dipende da:
- Caratteristiche della stenosi dell’uretra
- Storia clinica del paziente
Sostanzialmente gli approcci sono due: uretrotomia endoscopica o uretroplastica.
Uretrotomia endoscopica
Viene effettuata in endoscopia, tramite l’introduzione dello strumento dal meato uretrale; alla sommità dello strumento è montato un coltellino che taglia la cicatrice che causa la stenosi, così da consentire l’ampliamento dell’uretra.
Ha una durata breve, di circa 10 minuti, non è invasivo ed evita i rischi di una chirurgia a cielo aperto.
Il paziente viene ricoverato per due giorni e mantiene il catetere per alcuni giorni, così da garantire la buona riuscita dell’operazione.
Uretroplastica
Si tratta di un classico e delicato intervento a cielo aperto, che si basa su microchirurgia e chirurgia plastica.
Solitamente dura alcune ore e ha un’alta percentuale di successo, anche se, come tutti gli interventi invasivi, può comportare alcune complicanze come sanguinamento, fistole e infezioni.
Ovviamente il rischio di complicanze si abbassa drasticamente se l’intervento viene eseguito con meticolosa accuratezza, con adeguato strumentario chirurgico e da un chirurgo con grande esperienza e professionalità in questo campo.